STUDIO LEGALE A TORINO
Studio Legale specializzato in Diritto di famiglia, Diritto commerciale e Responsabilità civile
Lo Studio che ti tutela e si prende cura di te
SPV Legal è una boutique del diritto, così come spesso siamo stati definiti, per la cura e l’attenzione che mostriamo nei confronti di chi si rivolge a noi.
STUDIO LEGALE SPV
Come agiamo?
- Accogliamo e condividiamo con il cliente difficoltà, desideri ed obiettivi.
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- Garantiamo sempre un’assistenza legale qualificata, personalizzata e specifica.
Prestigioso Studio Legale a Torino
In cosa possiamo esserti utili
STUDIO LEGALE - TORINO
Un team di professionisti sempre al tuo fianco
AVVOCATO DIRITTO SANITARIO E DELLE ASSICURAZIONI A TORINO
Responsabilità civile e medica
Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino – Conseguimento del titolo di avvocato presso Corte d’Appello di Torino – Iscrizione all’ordine degli avvocati di Torino dal 2015. Dal 2021 Presidente AIGA Torino (Associazione Italiana Giovani Avvocati). Dal 2019 Membro della commissione scientifica – diritto civile del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino.
Avvocato Diritto di Famiglia a Torino
Diritto di famiglia e successioni
Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino – Conseguimento del titolo di avvocato presso Corte d’Appello di Torino – Iscrizione all’ordine degli avvocati di Torino dal 2008. Master breve in Diritto di Famiglia e Minorile presso A.I.D.I.F – Avvocatura Italiana per i Diritti delle Famiglie di Torino.
Avvocato Diritto Commerciale a Torino
Diritto commerciale, societario e d’impresa
Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino – Conseguimento del titolo di avvocato presso Corte d’Appello di Torino – Iscrizione all’ordine degli avvocati di Torino dal 2013. Master universitario post laurea in Diritto Bancario e Finanziario presso l’Università Unicusano in Roma. Formazione per arbitro presso la Camera Arbitrale della Camera di Commercio di Torino.
SPV Legal è una Boutique del diritto con aree e professionisti dedicati per le differenti esigenze di privati e imprese

Sottovalutare l’importanza dello studio e dell’analisi delle leggi che regolano il mercato in cui opera l’impresa è uno degli errori più gravi che un imprenditore può commettere quando avvia...
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un’attività o gestisce una PMI.
Avviare e gestire un’azienda è un’attività complessa, gli aspetti da valutare sono molteplici: economico, finanziario e giuridico.
Se la consulenza di un commercialista è necessaria per porre le basi dal punto amministrativo e fiscale, è altrettanto fondamentale l’assistenza da parte di un avvocato esperto in diritto societario.
La solidità di una PMI, infatti, si basa anche sull’accuratezza con cui vengono vagliati tutti gli aspetti legali prima e durante la fase di start up. Il compito di un avvocato specializzato in diritto societario e in diritto commerciale è quindi quello di supportare e aiutare l’imprenditore nel prevenire problematiche relative, ad esempio, ai rapporti con i soci, all’acquisizione o alla cessione di quote, alla tenuta della struttura societaria.
Quali sono le normative che regolano l’apertura di un’azienda
L’esercizio delle attività imprenditoriali è disciplinato da due settori del diritto: il diritto societario e il diritto commerciale. Si tratta di un insieme di norme, leggi, sentenze e precedenti che regolano i comportamenti che ogni imprenditore o impresa dovrebbe tenere.
Tutti aspetti che può gestire al meglio un avvocato specializzato in contrattualistica e diritto d’impresa, il miglior alleato per gli imprenditori che desiderano procedere con passo sicuro sul mercato, avendo la certezza di agire sempre nel rispetto delle leggi ma anche avendo ben chiaro tutto ciò che di positivo le vigenti normative possono loro offrire e garantire.
Su cosa è necessario richiedere una consulenza legale prima dell’apertura o nella fase di start up di un’impresa
Come abbiamo visto, gli ambiti di applicazione delle leggi che regolano l’esercizio dell’impresa sono moltissimi, dalla scelta del tipo di società fino alla stesura dei contratti che meglio tutelano l’azienda.
Il raggio d’azione di un consulente legale può comunque essere suddiviso in due macro aree, relative alle criticità che gli imprenditori si trovano più spesso ad affrontare: la Consulenza legale in diritto societario e la Consulenza legale in diritto commerciale.
Perché avvalersi di una consulenza legale per l’avvio di una società e per l’elaborazione dei contratti commerciali
Il contratto è la miglior forma di tutela per l’imprenditore e per l’azienda: ogni imprenditore dovrebbe richiedere la consulenza di un avvocato specializzato in diritto commerciale per la stesura di qualsiasi elemento contrattuale: statuto, scritture private, contratti clienti e fornitori, preliminari, lettere di intenti, ecc.
Un avvocato specializzato in diritto societario e commerciale, assiste le piccole e medie imprese sin dalla fase di apertura, al fine di evitare problematiche legali che rendano complicato o insostenibile il rapporto con soci, fornitori o clienti.
Grazie ad una consulenza legale attenta ed efficace infatti è possibile mettere in atto le migliori soluzioni per tutelare l’impresa e svolgere le attività a norma di legge.
Cosa fa un consulente legale specializzato in diritto societario e commerciale
Tra i principali aspetti su cui si focalizza l’attività di un avvocato esperto nell’assistere imprenditori nella fase della nascita delle loro imprese possiamo sicuramente citare:
analisi dei contratti che regolano la società al suo interno al fine di mantenere un rapporto equilibrato fra i soci
redazione dello statuto societario e dei patti parasociali, ovvero gli accordi interni tra i soci in merito alla struttura e alla regolamentazione della società
prevenzione di dispute e contenziosi tra soci e amministratori
elaborazione di contratti di acquisizione o cessione relativi alle partecipazioni sociali
analisi e redazione di tutti i contratti commerciali (tra cui, oltre a quanto già citato, anche forniture, affitto di ramo d’azienda e locazioni finanziarie, appalto, sponsorizzazioni, ecc.)
Un consulente legale esperto in diritto societario e commerciale è dunque un supporto fondamentale per l’imprenditore, perché gli fornisce quell’assistenza necessaria a definire la miglior struttura ed a pianificare quanto necessario per una gestione dell’azienda che sia corretta, sicura e conveniente.
Come avviare un’impresa evitando inutili rischi
La nostra consulenza legale si basa su un approccio volto alla prevenzione dei rischi anziché alla risoluzione dei problemi.
Spesso gli imprenditori che vogliono avviare una società si rivolgono subito ad un commercialista, poi ad un notaio e solo successivamente ad un avvocato, ma è opportuno affidarsi ad un’azione congiunta di queste tre professionalità: il consulente legale dovrebbe essere il trait d’union tra commercialista e notaio.
Ecco perché per la nascita e la tutela di un’impresa, è importante, oltre che necessario, avvalersi della collaborazione di un avvocato specializzato in diritto societario e commerciale.
Avv. Alessandro Vallino
Diritto commerciale, societario e d'impresa
Laureato in Giurisprudenza presso Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino - Conseguimento del titolo di avvocato presso Corte d’Appello di Torino - Iscrizione all’ordine degli avvocati di Torino dal 2013. Master universitario post laurea in Diritto Bancario e Finanziario presso l’Università Unicusano in Roma. Formazione per arbitro presso la Camera Arbitrale della Camera di Commercio di Torino.

Mancata diagnosi, operazione con esito negativo, terapie errate. Il disservizio sanitario e i casi di malasanità possono peggiorare le condizioni dei pazienti e creare danni di grave entità. Il tema...
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delle richieste di risarcimento danni a fronte di un errore medico evidenzia come non sempre ciò che al paziente sembra una giusta causa per ottenere un risarcimento si rivela essere un caso con tutti i fondamenti legali per procedere.
È proprio in questi casi che la consulenza di un avvocato (e di un medico legale che in casi come questi collabora con lo studio legale) è fondamentale per evitare perdite di tempo e di denaro.
L’analisi di alcuni casi concreti aiuta a comprendere meglio le implicazioni pratiche di una materia complessa come il tema della responsabilità medica. Senza entrare nei dettagli medici, questi esempi aiutano tuttavia a comprendere i principi che regolano le leggi vigenti in materia.
CASO 1: Risarcimento danni per errata diagnosi
È il caso di un paziente affetto da psoriasi al quale è stata diagnosticata una variante della malattia da un medico specialista, che gli prescrive una specifica terapia che, purtroppo, non risolve i suoi problemi.
Dopo essersi rivolto ad un altro specialista per avere un secondo parere, scopre che la variante diagnosticata non era quella corretta e dunque che anche la terapia doveva essere cambiata.
Questa volta il paziente trova sollievo ai propri fastidi ma si rivolge a un avvocato per ottenere dal primo medico consultato un risarcimento a fronte dell’errata diagnosi.
Grazie alla consulenza di un medico legale, però, il cliente viene avvertito che quel tipo di patologia è una patologia con una forte componente psicosomatica e che, nella maggior parte dei casi, le terapie prescritte non sono risolutive ma mirano esclusivamente a ridurre i sintomi.
Secondo il medico legale, dunque, di fronte a una eventuale citazione in giudizio il medico avrebbe avuto in mano delle buone argomentazioni per potersi difendere. Avvocato e cliente hanno quindi valutato insieme possibilità e rischi di una citazione in giudizio e hanno alla fine stabilito di non procedere.
CASO 2: Imperizia e mancato rispetto delle procedure: una richiesta di risarcimento danni andata a buon fine
Il terzo caso concreto riguarda una donna che al terzo parto aveva subito dei danni a causa di una infezione provocata da una non completa espulsione della placenta.
Proprio a causa di questa infezione, la donna ha dovuto sottoporsi nei due mesi successivi al parto ad altri due interventi chirurgici. Sebbene l’ospedale sostenesse che la routine in casi come il suo prevedeva un semplice controllo visivo al termine del parto, è stato possibile dimostrare che invece in casi come questo è necessaria e prevista una ecografia di controllo.
Le procedure mediche, infatti, sono regolate da una serie di linee guida: norme comportamentali che i medici sono tenuti a rispettare nell’esercizio della loro professione.
In questo caso, sia il danno biologico sia l’errore medico sono documentati e dimostrabili e proprio per questo è stato possibile agire attraverso una causa civile: l’ospedale è stato condannato a pagare un risarcimento per la donna oltre che le spese legali da lei sostenute.
CASO 3: Risarcimento per danno biologico e mancata diagnosi
È il caso di un incidente domestico: preparando la cena un uomo si ferisce a un dito con un coltello da cucina. Al pronto soccorso la diagnosi è di una ferita superficiale, lo medicano e dimettono.
Passato del tempo, l’uomo fatica a riprendere funzionalità al dito e decide di chiedere il parere di uno specialista, che gli diagnostica una lesione del tendine e consiglia una immediata operazione.
Al termine dell’intervento, l’uomo riesce a riprendere in parte, ma non completamente, la funzionalità del dito lesionato. Convinto che se l’intervento fosse stato più tempestivo la ripresa della funzionalità del dito sarebbe stata completa, l’uomo si rivolge a un avvocato con l’intento di fare causa ai medici del pronto soccorso.
Anche in questo caso, l’avvocato chiede un consulto a un medico legale, che stabilisce che, purtroppo, nel caso di una lesione al legamento come quella riportata dal paziente la ripresa della funzionalità non avrebbe potuto essere al 100% anche se l’intervento fosse stato eseguito immediatamente.
In questo caso, la consulenza dell’avvocato e del medico legale che collaborava con lo studio legale si rivela così fondamentale per decidere di non avviare una causa inutile e per evitare il rischio di dover pagare anche le spese legali della controparte.
Hai bisogno di una consulenza per un errore medico che senti di aver subito?
Avv. Nicola Spinoso
Responsabilità civile e medica
Laureato in Giurisprudenza presso Facoltà di Giurisprudenza - Università di Torino - Conseguimento del titolo di avvocato presso Corte d’Appello di Torino - Iscrizione all’ordine degli avvocati di Torino dal 2015.

Negazione, rabbia, senso di colpa, solitudine, perdita, paura, lutto, accettazione. Separarsi o divorziare è un processo doloroso che crea un grande vuoto nella vita delle persone, genera emozioni...
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contrastanti e comporta un forte stress emotivo. Ritrovare equilibrio psicologico e autonomia emotiva richiede spesso molto tempo, indipendentemente da chi dei due partner abbia voluto allontanarsi dall’altro. È la fine di un sogno e un fallimento per entrambi, non è mai semplice lasciarsi il passato alle spalle e guardare al futuro.
Al lutto personale si aggiunge la fatica emotiva di dover vivere un procedimento oneroso che porta alla risoluzione della controversia tra le parti in Tribunale. L’alternativa è ricorrere alla negoziazione assistita. La separazione o il divorzio con negoziazione assistita prevede infatti che i coniugi raggiungano un accordo consensuale per il tramite dei propri difensori. Si tratta quindi di un percorso alternativo al Tribunale, che permette ai coniugi di semplificare le procedure giuridiche, dà maggior flessibilità, riduce i tempi e i costi del procedimento, ma al contempo richiede maggior dedizione, attenzione e competenza all’avvocato incaricato dalle parti.
Determinante e indispensabile è infatti affidarsi ad un avvocato specializzato ed esperto in materia, che in virtù della sua sensibilità ed esperienza, saprà gestire e portare a termine con successo la mediazione necessaria al raggiungimento dell’accordo consensuale.
L’obiettivo dell’avvocato è tutelare gli interessi del proprio assistito riducendo i tempi del contenzioso ed evitandogli, per quanto possibile, lo stress emotivo della causa avanti al giudice e ciò anche nell’interesse dei figli sui quali si ripercuotono inevitabilmente gli effetti della separazione.
Come è regolata la negoziazione assistita familiare
Il riferimento normativo che regola la negoziazione assistita familiare è l’art. 6 d.l. 12 settembre 2014, n. 132 conv. con mod. in l. 10 novembre 2014, n. 162, il quale introduce la convenzione di negoziazione come strumento di risoluzione delle controversie tra coniugi alternativo alla causa in Tribunale.
Recentemente il legislatore ha inteso estendere detto strumento di risoluzione delle controversie a tutte le questioni riguardanti il diritto di famiglia. L’art. 1, comma 35, Legge n. 206 del 26 novembre 2021 (legge recante “Delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata”) ha infatti inserito all’art. 6 in commento il nuovo comma 1-bis, secondo cui
“la convenzione di negoziazione assistita da almeno un avvocato per parte può essere conclusa tra i genitori al fine di raggiungere una soluzione consensuale per la disciplina delle modalità di affidamento e mantenimento dei figli minori nati fuori del matrimonio, nonché per la disciplina delle modalità di mantenimento dei figli maggiorenni non economicamente autosufficienti nati fuori del matrimonio e per la modifica delle condizioni già determinate. Può altresì essere conclusa tra le parti per raggiungere una soluzione consensuale per la determinazione dell’assegno di mantenimento richiesto ai genitori dal figlio maggiorenne economicamente non autosufficiente e per la determinazione degli alimenti, ai sensi dell’articolo 433 del codice civile, e per la modifica di tali determinazioni”.
In quali casi si può ricorrere alla negoziazione assistita
Secondo la legge, si può ricorrere alla negoziazione assistita nei casi di:
Separazione personale;
Cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario;
Scioglimento del matrimonio civile;
Modifica delle condizioni di separazione/divorzio;
Regolamentazione affidamento e mantenimento figli nati fuori dal matrimonio (introdotto con la recente riforma).
I vantaggi della negoziazione assistita in tema di famiglia
Nelle controversie di diritto di famiglia il ricorso a tale strumento è facoltativo, ma i suoi vantaggi sono sicuramente molti.
È lo stesso legislatore a definire detta procedura come “un accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia tramite l’assistenza di avvocati iscritti all’albo”.
Nell’accordo, che deve essere formalizzato per iscritto, le parti, assistite dai rispettivi consulenti legali, stabiliscono un termine per il completamento della procedura (che non può essere inferiore a uno né superiore a tre mesi, con la possibilità di una proroga di trenta giorni aggiuntivi), definendo anche l’ambito della controversia riguardante diritti soggetti a disposizione delle parti e relativa a separazione consensuale e divorzio (sono esclusi, quindi, i diritti non negoziabili e quelli relativi al lavoro).
Per attuare questa procedura, gli avvocati sono tenuti, secondo norme deontologiche, a informare il cliente (al momento dell’assegnazione dell’incarico) sulla possibilità di aderire alla convenzione di negoziazione assistita e sono altresì vietati dall’utilizzare in tribunale le informazioni apprese durante tale negoziazione.
In aggiunta, per monitorare l’efficacia di questo strumento, è stato stabilito l’obbligo per gli avvocati che sottoscrivono l’accordo concordato tra le parti nell’ambito della convenzione di negoziazione assistita di inviarne copia al Consiglio dell’Ordine circondariale del luogo in cui è stato concluso l’accordo, oppure al Consiglio dell’Ordine presso cui è registrato uno degli avvocati coinvolti.
L’importanza di avvalersi di un avvocato esperto in casi di negoziazione assistita
Se gli accordi stabiliti non vengono rispettati da uno dei genitori, il regime di affido può essere modificato, ad esempio se:
uno dei due genitori tiene un comportamento ostruzionistico e denigratorio al fine di svalutare l’ex partner agli occhi del figlio;
uno dei due genitori non rispetta il calendario e i tempi delle visite stabiliti dal giudice, tralasciando i propri doveri genitoriali oppure abusando dei suoi poteri con grave pregiudizio per il minore;
uno dei due genitori si mostra ostile, senza logica motivazione, a qualsiasi tentativo di accordo sulle decisioni relative all’amministrazione straordinaria del minore ostacolando di fatto lo svolgimento dell’affido condiviso ed esponendo i minori a continui litigi tra i genitori;
È sempre possibile rivalutare e modificare le condizioni di affido. Se le condizioni cambiano quindi, il genitore può fare ricorso in tribunale e chiedere l’affidamento esclusivo dei figli.
Se hai bisogno di una consulenza specializzata, contattaci subito.
Avv. Daniela Pavone
Diritto di Famiglia e Successioni
Laureata in Giurisprudenza presso – Università degli Studi di Torino – Conseguimento del titolo di avvocato presso Corte d’Appello di Torino – Iscrizione all’ordine degli avvocati di Torino dal 2008. Master breve in Diritto di Famiglia e Minorile presso A.I.D.I.F – Avvocatura Italiana per i Diritti delle Famiglie di Torino.